“Il Carlino “
Terminato di scrivere il 01/03/2010
Pubblicato sulla rivista I NOSTRI CANI (E.N.C.I.) - del numero di Aprile 2010



Autore: Bruno Nodalli
© copyrigth all rights reserved
Un'antica storia ed un'attualità di successi
Il Carlino dell'Imperatore

Tra le ventisei razze tutelate dal Club Cani Compagnia, la Società specializzata riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, che si occupa di promuoverne l'allevamento, la selezione e la diffusione, oltre al Barbone e al Bouledogue Francese di cui abbiamo ampiamente parlato, troviamo una delle più amate dalla gente, ma soprattutto dai bambini per la simpatia, la vivacità e il temperamento giocoso: il Carlino.

La definizione fu definita da Confucio. Il carattere, la morfologia, il mantello.

Le origini

E' sempre stata quasi una controversia, quella sulle origini del Carlino. E' bene cercare di capire dall'inizio e riconoscere che si sa poco su come, quando e perché questi simpatici cani con muso corto, pelo raso e coda arricciata chiamati Carlini sono stati “plasmati”. Quello che è certo, è la loro provenienza: la Cina.

C'è una buona ragione di credere che tutte le razze canine a muso corto, ad eccezione del Bulldog e dei membri paralleli alla sua famiglia, provengano dall'Oriente.

Vi è un'antica credenza che il Carlino discende da un mastino di tipo pigmeo. Probabilmente quest'idea è nata dal fatto che i primi Carlini arrivati in Inghilterra erano spesso paragonati ai Mastini Olandesi.

Secondo Susan Graham Weall, grand'esperta, allevatore della razza, e per trent'anni Presidente del “Pug Dog Club inglese”, l'unico punto di similitudine tra il Mastino e il Carlino è il colore fulvo del pelo.La forma e la dimensione del cranio, variano tantissimo e questo, è sufficiente a dimostrare che è alquanto impossibile che il piccolo Carlino abbia qualsiasi collegamento con l'enorme molosso scoperto dai commercianti Fenici e portato in Gran Bretagna verso il 500 a.C.

Uno dei massimi esperti inglesi di questi piccoli e simpatici molossi che gli anglosassoni chiamano Pug (dall'inglese “Pug-nose” traduzione di naso schiacciato), è Mr. V.W.F Collier, autore di un bellissimo libro, accademico e ben illustrato “ The Dogs of China and Japan” purtroppo ormai raro. Dopo varie ricerche, raccogliendo opinioni e numerose importanti informazioni, da parte d'esperti cinofili Cinesi, Tibetani e Giapponesi si è convinto che il Carlino discenda dal cane cinese.

Sembra che questi cani dalla faccia corta, furono visti parecchi anni prima dell'era Cristiana, persino il grande filosofo K'ung Ch'iu o Confucio, ( 551 a.C. 479 a.C. ) scriveva in un'opera letteraria “ Ehr Ya” che, in una giornata di caccia, oltre ai cani preposti per quell'attività, vi erano questi piccoli e simpatici molossi che partecipavano all'attività dei loro guardiani, facendosi trasportare in piccoli carretti, come Imperatori. Purtroppo parecchio materiale che poteva contenere informazioni di gran valore, era stato distrutto dal primo Imperatore cinese della dinastia Qin, di nome Qin Shi Huang (255 a.C.), lasciando un gran vuoto di materiale letterario, impossibile da colmare.

Alla fine del primo secolo a.C. negli archivi Cinesi i documenti storici rimasti erano pochissimi, in particolare quelli sui cani. Alcuni di questi manoscritti, parlano di cani di piccola taglia, chiamati “Pai”, chiamati così perchè sembra riferirsi ad un cane a zampe corte e faccia corta, il cui posto, era sotto il tavolo. I tavoli in quel periodo erano molto bassi, visto che chi li usava si sedeva sui tappetini.

Col passare del tempo anche le più alte cariche dello stato e l'aristocrazia cinese, si affezionarono al piccolo molosso. Questi piccoli cani avevano una così importante notorietà, che L'Imperatore Ling Ti (168-190 d.C.), diede al suo Carlino, il copricapo d'Ufficiale e il grado di cintura Chin Hsien. Il rango più importante per l'Impero.

Singolare era che ai maschi, era dato da parte dell'Imperatore, il titolo di K'ai Fu e Yi Tung, che corrispondono al Vice-Re e Guardia Imperiale. Alle femmine invece erano riconosciuti i ranghi equivalenti a quelle delle mogli di tali ufficiali. Questi cani vivevano mangiando carni pregiatissime e riso, dormivano su tappeti preziosi ed erano controllati a vista dai soldati.

Nell'antico impero cinese i piccoli molossi erano principalmente allevati dagli Eunuchi ed Ufficiali di corte, per il beneficio degli Imperatori e Ufficiali di rango superiore. Sembrerebbe che i veri progenitori del nostro Carlino siano tre piccoli cani: lo Spaniel Giapponese, il Pechinese e l'ormai raro Lo-Sze (è ancora allevato negli USA con il nome di American Lo-Sze Pugg). Si ritiene che il piccolo Pug discenda in gran parte proprio da quest'ultimo.

Alcuni disegni e foto, mostrano come i Lo-Sze non erano tanto diversi dai Pechinesi, ad eccezione che il pelo era corto, fine e la coda senza frangia. I colori variavano e la maggior parte dei Lo-Sze erano pezzati. Se però i disegni li rappresentano con colore solido, si nota la chiara e netta assomiglianza con il nostro Carlino.

Il Lo-Sze doveva essere più piccolo possibile, il pelo corto e la pelle molto elastica, mentre, essenziale era che avesse tre rughe sulla fronte formando un disegno molto simile al simbolo cinese chiamato “Principe”come ancora oggi lo notiamo anche sul nostro Carlino. Sorprendentemente simile al pechinese moderno, il Lo Sze è in pratica la razza che ha portato all'evoluzione il Carlino moderno. Forse lo Spaniel Giapponese contribuì alla lunghezza degli arti.

Di solito i Lo-Sze erano raffigurati con grossi collari a cui erano attaccati grandi campanelli, un fatto curioso visto che tanti Carlini europei del 17/18mo secolo, indossavano collari simili e la tradizione è continuata sino al secolo scorso.

Probabilmente fu proprio in questo periodo che ci fu stata una selezione molto attenta che cambiò il Lo Sze dal tronco allungato ed arti corti, in uno più compatto e con arti leggermente più lunghi e che prese poi il nome di Pug per gli inglesi, Carlin (Carlèn) per i francesi, in Spagna Dogullo, in Olanda Mopshound, in Germania Mops, e Caganlino in Italia, ora Carlino.

La storia ci racconta un significativo episodio, quando il piccolo Carlino salvò la vita al Principe Guglielmo I d'Orange, noto anche come Guglielmo il Taciturno. L'articolo apparso sul “notiziario” di quei tempi “Azione nei Paesi Bassi” pubblicato nel 1618 e scritto da Sir Roger Williams, si riferiva ad un caso accaduto tra il 1571 e il 1573. Grazie ad uno dei suoi piccoli cani, si salvò poichè sentito uno strano rumore, il piccolo Carlino di nome Pompey, saltò sul petto del Principe svegliandolo e dando l'allarme per l'avvicinarsi degli spagnoli a Hermingny e così, riuscì a raggiungere il suo cavallo e mettersi in salvo prima dell'arrivo del nemico.

Il Lungo Viaggio

Gli scambi commerciali tra i paesi orientali e quelli occidentali erano in piena attività. Il commercio di preziosi tessuti come la seta, le stupende porcellane, la soia e altre merci, tra la Cina e il mondo occidentale, agevolarono la migrazione anche di cani, tra cui, questi piccoli Carlini che indubbiamente avevano un aspetto che incuriosiva. I rapporti commerciali con il Portogallo furono aperti verso il 1516, con la Spagna nel 1575, con gli olandesi nel 1604 e con l'Inghilterra 33 anni più tardi.

Pietro il Grande, inviò un'ambasciata alla corte dell'Imperatore K'Ang Hsi (1662-1723). L'imperatore, donò due piccoli Carlini all'ambasciatore come segno d'ospitalità e amicizia tra i due popoli. In quell'epoca donare un piccolo cane, era un gesto molto apprezzato da Imperatori e Re. Le dame di corte e le Regine amavano essere coccolate da questi piccoli molossi i quali, contraccambiavano l'affetto dei proprietari con il loro carattere giocoso, dallo sguardo vivace e simpatico. La popolarità del Carlino in Europa centrale si può dedurre sia dilagata, anche per merito delle numerose e pregiate statue o figure in porcellana raffiguranti i Pugs, alcune di notevole valore artistico. Per centinaia d'anni, il Carlino dal naso camuso, fu uno degli oggetti più venduti nei magazzini di porcellane del mondo intero. La gente di mare lo importò in Francia e in Olanda, dove questo cane si assicurò anzitutto la simpatia delle case principesche. Solo più tardi fu accolto anche dalla borghesia ed ebbe il suo periodo di massima celebrità all'epoca del “Biedermeier” 1815-1848 il periodo più importante delle arti.

Nella seconda metà del 19° secolo fu il compagno di molte “single” dell'epoca e così divenne un cane da salotto fannullone ed annoiato. Troppo vezzeggiato ed irrazionalmente nutrito, l'esistenza di questa razza fu messa seriamente in pericolo.

La prima che comunicò notizie della presenza del Carlino in Italia fu, Mrs. Thrale, amica del Dott. Johnson che sposò più tardi diventando la Sig.ra Piozzi. Annotava le sue impressioni nel diario “Viaggio attraverso la Francia, Italia e Germania” pubblicato nel 1789 e nelle sue pagine indicava per ben due volte l'aver visto Carlini di buona qualità in Italia. Questa convinzione è stata sempre avvalorata nei tempi sino ai nostri giorni. I nostri allevatori conosciuti in tutta Europa hanno e continuano a produrre soggetti d'altissimo livello di qualità e selezione. La razza in Francia, è chiamata “Le Carlin” (Carlén).

Il Carlino francese ha preso il nome di un noto attore, vissuto agli inizi del XVIII secolo. Carlin, era noto come primo attore nella commedia “Arlecchino”, e il nome probabilmente si riferisce alla maschera nera indossata da entrambi, l'attore e il Carlino.

Josephine Bonaparte ne aveva uno chiamato “Fortune” che addirittura morse ad una gamba il futuro Imperatore nella loro notte di nozze. Napoleone però non ebbe brutte reazioni, prova è che in una dolcissima lettera indirizzata alla Sua amata, scrisse di aver nostalgia della piccola “Fortune”.

Con l'inizio del 1800, i Carlini diventarono una razza più standardizzata, con colori separati e stabiliti nei contemporanei fulvo, argento, albicocca e nero.

Già nel 1700 esistevano Carlini di colore nero. William Hogarth, amava tantissimo i suoi numerosi cani dal manto nero, grazie ai suoi numerosi dipinti che raffiguravano questa varietà, il nero, divenne anch'esso popolare, tanto quanto la varietà di colore fulvo. Nel 1785 lo spagnolo Francisco Goya, raffigurò i Carlini nei suoi dipinti con le orecchie spuntate. Il tardo '800 vide l'inizio delle esposizioni canine in Inghilterra, e i Carlini furono esposti per la prima volta nel 1861. Il libro delle origini della razza iniziò ad essere pubblicato nel 1871, e nel primo volume vi erano 66 Carlini. Nel 1893 fu fondato il primo Club inglese, il Pug Dog Club. I Carlini inglesi si svilupparono secondo due linee, Willoughby e Morrison.
I Willoughby furono sviluppati da Lord Willoughby d'Eresby e avevano quello che oggi è considerato un "mantello carbonato", perché aveva un misto di peli fulvi e neri. Le teste di questi cani erano quasi completamente nere e avevano rughe profonde. Il loro corpo era magro e dalle gambe lunghe ed esili. Mops e Nell erano due importanti Carlini Willoughby che possono essere gli antenati nei pedigree dei Carlini odierni.

I Morrison, invece, avevano il mantello color albicocca e corpi tarchiati e dalle zampe corte. La riga sul dorso era marrone chiaro invece che nera, e il mantello aveva pochi peli neri (se li aveva). Questa linea è più somigliante ai Carlini attuali. Un grande impatto nella razza del Carlino nel 1800 si ebbe quando, nel 1860, due Carlini di pure linee cinesi furono portati in Inghilterra. Questi due cani, Lamb e Moss, produssero un figlio chiamato Click. Questi fu incrociato molte volte, e il suo sangue servì a miscelare le linee Willoughby e Morrison facendo migliorare la razza e modellando il moderno Carlino come noi lo conosciamo.

Nel periodo più buio della storia del carlino, si fecero molti “esperimenti”incrociando Carlini con Bulldog principalmente per rimpicciolire il Bulldog.. Questi incroci, erano poi stati venduti come “Carlini, lascio un po' a voi immaginare. Sembrerebbe infatti, che il piccolo molossoide, era ormai in pericolo di perdere la sua tipica maschera nera, il suo pelo era diventato ruvido e lanoso. In altre parole molti Carlini avevano perso, le loro caratteristiche fisiche più attraenti. La maschera nera, il pelo corto, rasato e lucido.

Un cane di carattere

Nonostante le origini cinesi, il Carlino non ha un carattere riservato e non si da arie di superiorità, come del resto ci si aspetta dalle razze orientali. Il Carlino è estremamente gaio ed è sempre felice di incontrare gente. I proprietari sono la sua famiglia e proprio per questo motivo lui li classifica al primo posto nel suo cuore. Ha inoltre una cura particolare verso i bambini ed è il compagno ideale per i più piccoli. Il Carlino è molto sensibile al proprio benessere e adora il calore di chi lo accudisce, ama essere coccolato, richiede il posto migliore per dormire, ed è generalmente molto ingordo !

Le passeggiate sono il suo forte. A Lui piace il movimento ed ha spesso l'istinto sportivo.E' un cane abbastanza intrepido e a volte tutto ciò lo porta ad avere guai con altri cani, ma il carlino tipico non è aggressivo salvo che non sia geloso.

Senza dubbio, quasi tutti, i carlini sono molto caparbi ma, quale cane di carattere intelligente non lo è? Sapendo questo, è importante che un giovane Carlino sia addestrato con cura, costanza e risolutezza già dall'inizio. Mai permettere di fargli eseguire qualcosa oggi, che sarà negato domani.

L'aspetto morfologico del Carlino

Lo Standard del Carlino è abbastanza chiaro e definito ma, commentare alcuni importanti requisiti tipici della razza può aiutarci a comprendere meglio le doti fisiche di questo piccolo e simpatico molossoide. L'aspetto generale è di un cane raccolto e ben quadrato. E' definito il “multum in parvo” (tanta sostanza in poco volume) delle razze canine. Questa considerazione però non vuol affermare che deve essere grasso, alto o basso sugli arti, deve invece mostrarci una forma compatta, proporzioni ben saldate e uno sviluppo muscolare solido e potente. Ovviamente questo significa che ha bisogno di particolare attenzione nell'eseguire un esercizio regolare e costante. La passeggiata a passo controllato e su terreno duro, fa bene alla muscolatura, ma meno ai piedi, perciò, la durata della passeggiata non deve essere eccessiva. Trenta minuti nelle giornate fresche e dieci in quelle calde sono più che sufficienti, per mantenere in perfetta forma il nostro beniamino.

La testa

La testa come sappiamo è un insieme di regioni molto importanti per riconoscere il tipo in qualsiasi razza. Nel Carlino gli inglesi su un totale di cento punti, ne riservano almeno quaranta per i fulvi e trentacinque per i neri (la differenza è chiaramente determinata dalla maschera), a dimostrare l'importanza che è attribuita alla testa. Sarà larga e massiccia, ma non sproporzionata al tronco. L'effetto dell'insieme deve evidenziare il giusto equilibrio. La tipica maschera nera fin sopra gli occhi, assieme alla “ditata” e ai nei che la completano, deve attrarre e soffermare il nostro sguardo. Il cranio senza solco frontale, la sommità della testa è ricoperta da rughe profonde, simmetriche e ben definite. Le orecchie inserite alte, devono essere sempre nere, sottili, morbide e vellutate, a forma di rosa o a bottone. L'orecchio a rosa è piegato all'indietro e portato ordinatamente vicino alla testa, rivelando la voluta interna. Questo tipo d'orecchio sembra essere più piccolo rispetto a quello a bottone, ma non è il preferito. L'orecchio a bottone è il più ricercato. E' ripiegato in avanti, formando un piccolo triangolo ordinato. Tipico ed esteticamente bello (come del resto esige lo Standard), è quando l'orecchio, di piccole dimensioni ha la punta rivolta verso l'occhio. Le orecchie di un cucciolo possono essere leggermente più chiare, ma poi scuriscono con l'età.

Gli occhi scuri, molto larghi, di forma globosa, lucidi, dall'espressione vivace, ardente, sono ben distanti tra loro, l'asse che passa attraverso l'angolo palpebrale interno dell'occhio è tangente il profilo superiore del tartufo. Gli occhi chiari sono un serio difetto, come pure lo strabismo e la sclera, messa in evidenza, quando guarda davanti a sé.

Il Tartufo che è sempre nero e proporzionato alle dimensioni della testa, è ricoperto da una ruga molto apprezzata e ricercata ma, non è un difetto se la ruga è spezzata sul naso. Considerato che il muso è corto, dobbiamo ritenere un pregio assoluto, le narici ben aperte e leggermente oblique verso l'esterno del naso, agevolando la respirazione che è di primaria importanza per la salute del nostro Carlino; al contrario, è un difetto gravissimo che va valutato con la dovuta attenzione, nella selezione per la riproduzione.

Il muso è ampio ma, ben bilanciato in profondità. Le mascelle larghe e corte. In particolare quello inferiore, deve essere ben avvolgente per assicurare un leggero prognatismo e per ben allineare i denti incisivi. Contrariamente avremmo un prognatismo accentuato con il rischio di avere un muso allungato con la lingua visibile e continuamente in pericolo, poiché i denti potrebbero ferirla. Altro difetto d'assoluta rilevanza e tassativamente indesiderabile è la deviazione della mandibola. Oltre all'espressione, mette in discussione la corretta masticazione, senza dimenticare che i denti, anche in questo caso, possono ferire la lingua e di conseguenza mettere in serio pericolo la salute del nostro Carlino.

Il tronco

Avendo considerato la testa, una parte molto importante del cane, non possiamo dimenticare la simmetria e la condizione; la prima è che tutto deve essere bilanciato e non ci può essere simmetria perfetta, senza una condizione corretta e in altre parole, una buona forma fisica.

Testa e tronco sono uniti dal collo, che sarà leggermente arcuato, forte, di giusta lunghezza, per portare la testa con distinzione. Le spalle sono oblique, le forti braccia saranno diritte e ben sotto il corpo, il torace è ampio e con buona cassa toracica, per ben contenere gli organi della circolazione e della respirazione. Osservandolo dall'alto la parte anteriore deve essere approssimativamente uguale al posteriore. Il tronco quadrato e il dorso corto, con profilo superiore giustamente orizzontale e segnato dalla tipica traccia scura, creano un'armonia d'insieme che evidenzia questo gioiello della natura. Gli arti posteriori con muscoli potenti, sviluppano un'ottima propulsione in movimento, evidenziando il tipico rollio e un corretto parallelismo con gli arti anteriori. Creano un giusto equilibrio senza dispersione delle forze indispensabili per sviluppare un forte allungo degli arti anteriori, rendendo il movimento sciolto, coprendo terreno senza fatica. I piedi con le dita ben separate hanno cuscinetti spessi per un corretto appoggio al terreno. Le unghie sono nere.

Un altro carattere tipico della razza è la coda. Inserita alta, strettamente appoggiata e arrotolata sul dorso, non corta, in quanto, non riuscirebbe a fare un singolo e tantomeno un doppio twist (doppio giro), quest'ultimo è molto apprezzato.

Il mantello

Di colore Argento, Fulvo, Albicocca o Nero, il manto corto e lucido, deve essere al tatto come velluto fine e morbido, se è ruvido e lanoso non corrisponde alle indicazioni dettate dallo standard. A proposito del colore lo Standard è abbastanza esplicito e molto deciso. Il mantello nero deve essere di colore intenso. Nei cuccioli a volte si presenta con una sfumatura rossastra che si dissolve con l'età. In un adulto il colore deve essere deciso. L'Argento, purtroppo diventa sempre più raro. E' caratterizzato da un rivestimento di colore chiaro, e dall'assenza di peli neri . L'albicocca ha una tonalità più calda rispetto al fulvo, a volte quasi dorato. Il fulvo ha una tonalità più fredda, ma è quello più rappresentato, non si deve presentare con una tonalità simile a quella dell'albicocca e nemmeno con intense sfumature “fuligginose” su gran parte del mantello. A parte il nero tutti i colori si presentano in netto contrasto con la tipica traccia che sarebbe una striscia nera che si estende dall'occipite sino alla coda. La maschera, orecchie, nei sulle guance, ditata e losanga sulla fronte, tutte il più nero possibile.

Il peso determina la taglia che varia da 6,3 Kg a 8,1 kg.

 

Bruno Nodalli
www.osmanthus.it

© copyrigth all rights reserved

Per maggiori informazioni sulla razza:
Club Cani Compagnia, Casella Postale n. 72 – 16033 Lavagna (Ge).
Tel.   +39 333.9263505.  Fax 0185/377660