“Il Barbone “
Terminato di scrivere il 01/11/2009
Pubblicato sulla rivista I NOSTRI CANI (E.N.C.I.) - del numero di Dicembre 2009



Autore: Bruno Nodalli
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Com'è nata una razza conosciuta da tutti
Il Barbone di Parigi

La disputa sulle caratteristiche cominciarono nel novecento. Le taglie ed i colori

 

 

Prima di descrivere le novità che hanno caratterizzato il nuovo Standard, approvato nell'aprile 2007, è curioso sapere come nacque lo Standard del Barbone. Quello che seguirà è il riassunto di un'interessante e significativo capitolo di storia della razza, tratto dal libro " LE CANICHES ET LEUR ELEVAGE ", scritto dalla fautrice del periodo più importante della storia di questa razza; M.lle Madeleine Jeancourt Galignani. Giudice e allevatore di medi neri, titolare dell'affisso " Madjigé ". Scrivendo questo libro, M.lle Galignani, ha lasciato a noi gran parte della Sua ineguagliabile esperienza, con la speranza che il patrimonio accumulato in 52 anni di appassionante e duro lavoro lasciatoci in eredità, sia d'esempio a tutti noi, amanti della nobile razza chiamata: BARBONE.


COME E' NATO LO STANDARD DEL BARBONE

 

La signorina Veriot, nota allevatrice ed energica conoscitrice della razza Barbone di quei tempi, ebbe nel settembre 1922 una bella idea, creò il primo " Club del Barbone di Parigi ".

Il suo scopo era di riunire i proprietari di cani di questa razza, che da una decina di anni si era eclissata a causa delle razze diverse da quella del Barbone, provenienti in particolare dalla Germania e dalla Gran Bretagna, terriers e razze da caccia.

Parallelamente al " Club del Barbone di Parigi ", venne fondato nella stessa epoca il “Club degli amatori del Barbone di Strasburgo” ( C.A.C.S. ). Primo presidente del C.A.C.S. fu dal 1923 al 1927, fu il signor Burger. e segretario il sig. Birlè.

Nel 1927 il Sig. Birlè divenne il Presidente del C.A.C.S. che diresse fino al 1936. Questo Club si sviluppò grazie alla devozione e al lavoro dei suoi dirigenti, mentre il " Club del Barbone di Parigi ", non riuscì a svilupparsi, d'altra parte la signorina Veriot che fu perfetta nella fondazione del Club, eccellente allevatrice e buona tecnica, si trovava confinata in provincia, troppo isolata e lontana da Parigi per risollevare le sorti. I suoi Barboni nani marroni erano molto belli, uno Gamini, fu ceduto alla Principessa Amédée de Broglie che poco a poco fece entrare questa razza nei grandi salotti. Un altro, di nome Clown, venne condotto dalla Sig.na Jeancourt Galignani ai campionati, imponendo di anno in anno un maggior numero di Barboni.

In ordine cronologico gli avvenimenti si svolsero così: nel 1928 la signorina Veriot avvicinò al suo Club la signora Galignani che, con paziente lavoro, sviluppò l'attività nella regione parigina, dove si formarono piccoli allevamenti.

Al fine di studiare e di conoscere la razza, la Sig.na Galignani viaggiò attraverso l'Europa, recandosi presso i principali allevatori di Barboni di questi paesi dove si procurò i testi originali degli Standard nazionali. Consultando vari dossier, fece ampia raccolta di insegnamenti e, a poco a poco scrisse il " Cahier Jaune " (quaderno giallo) da cui trasse nel giugno 1932, quelle che potevano essere le prime tracce dello Standard riguardanti la razza.

Nel 1934 con Footit - Madjigè, (Barbone medio nero, considerato il più grande Campione riproduttore e progenitore della più perfetta linea di sangue di tutti i tempi), si recò in 10 paesi d'Europa dove Footit collezionò numerosi diplomi di campionato, seminando la bellezza pura del suo tipo. Nel frattempo la Sig.na Galignani apprese qualche nozione di sport, zootecnia, cinologia e morfologia, ebbe anche la fortuna di conoscere delle personalità del mondo cinofilo e zoofilo, con i quali conservò ottimi rapporti.

Al congresso di Monaco del 1934, ebbe la possibilità di assistere ad alcune riunioni di studio riguardanti lo Standard, formate da varie commissioni che rappresentavano 17 paesi diversi.
Il Professor Giuseppe Solaro , zootecnico italiano (a cui noi tutti ancor oggi ci riferiamo), il belga sig. Huge e il francese dottore veterinario Hérot rappresentanti della Commissione degli Standard F.C.I., presentarono una mozione riguardante lo Standard - tipo e formulata come segue:

" La mozione che presentiamo, vuole avere come bersaglio, l'effetto di permettere agli organismi riuniti a Monte - Carlo, di dare delle direttive agli allevatori, di fissare i limiti nelle quali la conformazione di un cane può variare, di ridurre al minimo l'ampiezza delle oscillazioni di una razza; delle misurazioni di ordine capitale (da un punto di vista osseo e delle proporzioni) e che siano indicate nello standard”. Nel sottolineare che, (le misurazioni sono il complemento indispensabile di uno Standard) , ottenne la promessa che, nel più breve tempo possibile tutti i cani Campioni fossero misurati ".

Il prof. Solaro raccomandò che tutti gli Standard esistenti allora vennero rivisti, in modo più completo e dettagliato e redatti secondo il modello stabilito dalla Commissione degli Standard. Il Conte d'Estampes, allora Presidente del Club del Barbone di Parigi, invitò ufficialmente la Sig.na Galignani ad occuparsi della stesura dello Standard secondo quelle direttive. Ella partì e si recò presso la dirigenza del Club del Barbone di Strasburgo i quali, ricevettero la stessa in modo gentile e la invitarono a partecipare alle loro riunioni.

Nel 1935 la Sig.na Galignani venne nominata Segretario generale del Club di Parigi. Tra i membri influenti del comitato di quell'epoca c'erano la Principessa Amedea di Broglie, la sig.ra Fagard e il Conte d'Armailtè. Il nuovo Segretario migliorò l ' organizzazione delle esposizioni, la presentazione dei Barboni in Esposizione, l'allevamento, la difesa della razza e la direzione del Club.

Il 1936 vide un fatto molto importante: la Federazione Cinologica Internazionale (F.C.I.) riconobbe solo come Standard ufficiale, quello depositato dal Club del Barbone di Parigi. Alcuni Club stranieri si ribellarono mentre i più importanti cinofili stranieri e tutti i francesi approvarono il testo e gli schemi. I dirigenti del Club di Parigi organizzarono una conferenza internazionale a Strasburgo, centro geografico, dove qualche rappresentante straniero scrisse assicurando loro solidarietà. Molti accettarono di partecipare alla conferenza presieduta dal sig. Soufachè, dalla sig.ra Lux di Strasburgo e il sig. Neff giudice ed interprete. Furono previste quattro sedute in due giorni. Il sig. Bazille, Presidente del Club del Barbone di Germania, si alzò e con voce autoritaria disse di essere venuto per stabilire uno " Standard Internazionale "e il sig. La Soufaché gli rispose che lo Standard riconosciuto dalla F.C.I. è lo Standard Internazionale di questa razza e che gli stranieri invitati alla conferenza vi partecipano per conoscere la nuova presentazione del testo francese presentato a Monaco, alla Commissione degli Standard,.

Il sig. Bazille chiese allora, di aggiungere una o due precisazioni sulle quali furono d'accordo, in quanto erano terminologie che si prestavano ad una traduzione più facile, mentre i rappresentanti degli altri paesi non chiesero alcun cambiamento. Intervenne di nuovo il sig. Bazille, chiedendo che la lunghezza della muso sia uguale alla lunghezza del cranio. La Galignani riprese la parola rifiutando una simile proposta, spiegando loro che: una simile uguaglianza o una lunghezza del muso, superiore a quella del cranio, avrebbe portato ad una testa simile a quella di un Terrier ed il nostro obiettivo è quello di selezionare una razza. Ella chiese allora agli altri rappresentanti di rifiutare la proposta del sig. Bazille. Tutti i votanti di cui la maggior parte erano allevatori o giudici, si schierarono dalla sua parte e il sig. Basille disse molto sportivamente: " Io non sono altrimenti stupito nel vedere con quale facilità e tecnica la Signorina Jeancourt - Galignani mi ha convinto " . Il resto dello Standard fu letto, discusso e accettato nel suo insieme. E' dunque ben chiaro che questo Standard fu definitivamente riconosciuto nel 1936 a quattro anni dalla sua nascita ( 1932 ). Durante la guerra fu aiutata da una gentile e giovane donna che scrisse a macchina lettere, circolari e anche un notiziario, cosicchè il Barbone si diffuse sempre di più. La moda del Barbone crebbe con una rapidità fulminea; titolava un quotidiano parigino in prima pagina. " Chi non ha il suo Barbone ". Le richieste furono tante, che gli allevatori francesi non furono in grado di soddisfarle tutte e allora nacque un nuovo ed intenso commercio da parte dei negozi, che vendevano cani importati, allevati dappertutto. A questi commercianti senza scrupoli, non importava se quelli ceduti non fossero tipici e tutto ciò, fece rabbrividire i componenti del Club. L'obiettivo del Club era di controllare questo mondo canino, sorvegliando il più possibile, traendo profitto dai soggetti migliori, aventi serie origini per l'allevamento. I commercianti vendevano questi soggetti di cattive " sorgenti "sotto il nome di Zazous in quanto, venivano toelettati con una toelettatura che nascondeva magnificamente i difetti di tipo. Tutto questo fu un disastro per la razza, i tecnici del Club del Barbone di Francia dovettoro lottare molto contro questi errori. Il Club che era stato fondato, era vitale e forte, poichè alla domanda della Societé Centrale Canine, il Club del Barbone di Parigi e di Strasburgo si unirono e si realizzò così nel 1936 il "Club du Caniche de France " Esso rimase il solo Club di questa razza in Francia riconosciuta dalla Societè Centrale Canine e dunque dalla Federazione Cinologica Internazionale, per migliorare la razza e difendere lo Standard.

Ma i problemi della signorina Galignani non erano finiti. Dovette lottare ancora molto per salvare il Club dalla disgregazione, chiesto da una combricola di ambiziosi, che volevano stravolgere quelli che erano gli obiettivi del Club il quale, non avrebbe mai permesso di poter accoppiare o riconoscere soggetti non appartenenti allo stesso colore, e taglia, nel rispetto rigoroso della selezione e dello Standard.

La Galignani si assunse la responsabilità del Club fino a quel 1952, dove il comitato la nominò Presidente. Fu molto commossa dal modo in cui questa notizia fu ricevuta dalla Societé Centrale Canine che in seguito, la incitò a viaggiare attraverso l' Europa, il Benelux, i Paesi Scandinavi e l'Europa mediterranea per difendere sempre, lo Standard del Barbone. Il Club del Barbone di Parigi aveva undici soci quando prese la segreteria nel 1935. Nel 1952 ne contava 1020! Il comitato era composto da personaggi molto conosciuti tra cui la Sig.na Hatt e il sig. Jeacques Maurey ( che tra l'altro ancora oggi è membro della commissione per i rapporti Internazionali del Club).

Il Ministero dell 'Agricoltura francese fece stampare sul " Giornale ufficiale " che la tenuta del L.O.F. fu affidata alla Societè Centrale Canine. Il Club maestro della razza, è incaricato di fare rispettare lo Standard del Barbone e di decidere le direttive per la salvaguardia dell'allevamento e la purezza della razza. Per questa ragione funzionò una commissione tecnica, composta dalla sig.na Jeancourt-Galignani e dai Consiglieri tecnici regionali: la sig.na Hatt la sig.ra Gran, la sig.ra Dupressy, tutte giudici ed esperte confermatrici della razza.

Ebbene il cane Barbone, conosciuto, diffuso e apprezzato in tutto il mondo, in centinaia d'anni di storia è riuscito a sopravvivere anche in quei momenti di storia avversi alla vita di tutti i popoli, superando momenti difficili migliorando costantemente , conservando i caratteri tipici e naturali, anche grazie dedizione e la passione di tanti allevatori ed estimatori che, con il loro laborioso lavoro di selezione hanno avuto la capacità di conservare e trasmettere i principi di base per la conservazione della razza nelle varie taglie e varietà di colore. Un patrimonio che non possiamo perdere.

Da allora molti cambiamenti sono stati fatti. In particolare le taglie, che in quei tempi erano tre. Per esempio la taglia nana che partiva da un minimo di 28 cm sino ad un massimo di 35 cm., la media sopra i 35 cm sino ai 45 e la grande mole sino ad un massimo di 55 cm.

All'inizio degli anni 80 venne riconosciuta la taglia Toy che non doveva superare i 28 cm. al garrese.

Anche i colori erano solamente tre, bianco, nero e marrone. Negli anni 60 venne aggiunto il grigio e nel giugno del 1976 all'assemblea di Innsbruck viene ammesso il colore albicocca.

Nel frattempo molti Club di varie nazioni affiliate alla Federazione Cinofila Internazionale, chiedono di modificare e migliorare ulteriormente lo Standard. Il Club du Caniche de France, presieduto dal Sig. Jean Jacques Dupas, nel 2006 deposita la nuova bozza, presso l'ufficio degli Standard della F.C.I. Nell'aprile dell'anno 2007 lo Standard viene approvato e pubblicato sul giornale ufficiale. Sostanziali modifiche vengono fatte nella taglia, colori, denti e coda.

Le taglie.

Alla taglia Toy in particolare, viene data una misura minima di 24 cm che prima non c'era ( accettata sino a 23 cm. se il soggetto riproduce quasi perfettamente i caratteri tipici e ricercati della razza). Una decisione significativa. decisione presa in particolare per contrastare di quelli che, pur di soddisfare le richieste del molto piccolo, producono soggetti soprannominati Tea-cup (tazza da the) …. lascio a voi immaginare il perché. Oltre alla salute di questi piccoli animali, c'è anche il rischio di cancellare tanti anni di duro lavoro di selezione fatto da allevatori ed estimatori della razza, seri ed onesti, riportando alla luce quei difetti così detti “ di nanismo” tipo il cranio globoso, mancanza di cresta occipitale e occhi sporgenti, muso molto corto con profilo superiore e tartufo che guardano all'insù, stop molto marcato e mancanza totale di solco frontale.

Per le altre tre taglie non vi sono variazioni di rilievo se non la riconferma della taglia di grande mole ad un massimo di 60 cm. e accettato sino a 62 cm. se il soggetto è di notevole qualità.

Nel caso il soggetto sia inferiore ai 23 cm. o superiore ai 62 cm. è difetto eliminatorio.

I colori

Al nero, marrone, bianco, grigio e albicocca o fulvo arancio ne è stato aggiunto un sesto, il fulvo rosso o semplicemente “red”.

Il nero che deve essere un nero lucente senza opacità. Guardando in trasparenza le punte del mantello possono intravedersileggerissime sfumature rossastre che sono accettate, non preferite ma, assolutamente non nero corvo o con sfumature blu. La pelle è di colore azzurro pallido o più scuro.

Il marrone deve essere deciso, piuttosto scuro, uniforme e caldo ma, mai deve dare l'impressione che vi sia del nero o bruno. La pelle è quasi color nocciola o leggermente più chiara.

Il bianco non deve essere di colore “bianco ghiaccio” quasi fluorescente, deve essere esente da sfumature crema o grigiastre. E' ricercata la pelle argentata, non deve avere una tonalità violacea.

Il grigio deve essere il più possibile uniforme, di tono sostenuto, non deve tendere al bianco, al nero o al marrone, la pelle è scura molto vicino alla tonalità del mantello sino all'acciao.

Il fulvo arancio o albicocca deve essere di una tinta possibilmente uniforme che non arrivi al fulvo pallido, sabbia, crema o rossiccio. Ora il tartufo può essere sia marrone che nero.Il colore della pelle molto simile alla tonalità del mantello.

Il fulvo rosso o red, deve essere di una tinta uniforme su tutto il mantello. Il colore, non deve in nessun caso dare l'impressione che sia un fulvo arancio (albicocca). La pelle più scura di quella dell'albicocca. Tartufo da marrone scuro al nero.

Sono da considerare eliminatori tutti i colori non previsti dallo Standard.

Recentemente la Commissione dell'esposizioni della F.C.I. ha chiesto al Comitato Generale della F.C.I. di prendere severe misure contro tutti quei paesi che iscrivono nelle varie classi e sotto il nome di Caniche (Barbone) soggetti bicolori sottolineando che la Francia è il detentore dello Standard e il Barbone è unicolore.

I denti

Resta fondamentale che gli incisivi e i canini devono essere tutti presenti e ben allineati, per quanto riguarda i premolari sono stati fatti aggiornamenti e cioè: la mancanza di due PM1 e del M3 non è da considerare difetto. La mancanza di uno o due PM2 se sono simmetrici, è considerato leggero difetto ma, è considerato difetto grave se non sono simmetrici.

La mancanza di un PM3 o un PM4 oppure di un Molare è un difetto eliminatorio come pure la mancanza di un incisivo o di un canino, fattori indispensabili per mantenere un buon parallelismo delle facce laterali del muso e un corretto allineamento della mandibola superiore con quella inferiore.

Coda

Per quanto riguarda la coda sono state apportate modifiche sostanziali ma, sicuramente alimenteranno ancora discussioni e forse ulteriori modifiche allo standard. Il motivo è molto semplice; se è vero che la coda del Barbone è sempre stata volutamente mozzata è anche vero che non abbiamo storia che indica una coda perfettamente diritta o quasi, per tutta la sua lunghezza pertanto, non possiamo pretendere cosa che la natura in gran parte non dà. A questo proposito in un comunicato di qualche mese fa il Club du Caniche de France, detentore dello standard ufficiale ha sottolineato che in occasione della Mondiale di Bratislava, si terrà la riunione della REC ( Reunion European Caniche) a cui parteciperanno tutti i Club di razza che fanno parte dei paesi affiliati alla FCI. Una delegazione del Club Cani Compagnia guidata dal Presidente Pietro Paolo Condò, rappresenterà l'Italia. All'ordine del giorno vi sarà appunto il portamento della coda e per quanto riguarda i mantelli i colori misti e cioè non considerati solidi. (Arlecchino e Black-Tan).

E' importante precisare invece che è rilevante l'inserimento alto, la direzione di 45°dei primi dieci cm.della coda stessa, senza però ricadere completamente sul dorso. Difetto gravissimo ed eliminatorio è quando è portata completamente appoggiata al dorso o portata lateralmente.

Molto bella è la toelettatura denominata “ Scandinavian Clip” o “Terrier clip” che è stata approvata e pubblicata nei primi di settembre di quest'anno sulla rivista ufficiale del Club du Caniche de France. E' una toelettatura alla moderna con orecchie e coda rasata. Da anni ormai toeletto i miei Barboni con questa toelettatura, al termine della loro carriera. Possono giocare e correre nella massima libertà, senza pericolo di rovinare il mantello. Questa toelettatura potrà essere usata in expo solo per la classe Veterani. La toelettatura moderna finalmente è stata riconosciuta e acettata anche ai fini del campionato. E' la stessa toelettatura della Scandinavian Clip con l'aggiunta del pon-pon sulla coda e le orecchie ben frangiate. Attenzione: non stiamo parlando della tosatura che spesso vediamo nelle nostre strade, il barbone non è una pecora. Stiamo invece parlando di una toelettatura che segue precise regole dettate dallo standard e che a mio parere va incentivata, ha il suo fascino e molto apprezzata da tutti o quasi.

Detto questo, se è vero che lo standard è una traccia, e sicuramente lo è, come spesso ricorda la mia Prof. la Sig.ra Marisa Brivio Chellini, uno dei massimi esperti della Cinofili e Cinotecnici, mi sentirei di aggiungere a questa massima di enorme significato, che questa traccia non dobbiamo perderla, anzi, in quanto, sarebbe l'inesorabile declino di tutte le razze del mondo canino.

Dobbiamo inoltre riconoscere che in Italia, i nostri allevatori stanno facendo un ottimo lavoro di selezione. Molti Barboni allevati in Italia sono esportati all'estero oppure, vengono esposti in tutto il mondo mietendo importanti successi di altissimo livello tecnico e riproduttivo. Dal nord al sud, in tutte le taglie e colori. Alcuni hanno iniziato da pochi anni ad allevare e selezionare, raggiungendo in poco tempo risultati veramente sorprendenti, con tanti sacrifici, anche economici. Ognuno di noi cerca il meglio per rinnovare le linee di sangue, consapevoli che é un lavoro duro e faticoso ma, che certamente darà i suoi frutti anzi …. il nostro miglior prodotto. Il Barbone

Bruno Nodalli
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